26 giugno 2007

Uso improprio di un blog non proprio a fini propriamente personali (by Didona)


Dedico questo post alle nove persone che recentemente, in una serata sola, mi hanno chiesto cosa volesse dire Didona. Scusate se vi ho detto che era l’abbreviazione del cognome Didonato, ma era più semplice che raccontare tutta la storiella.

L’antefatto: come i fans più affezionati sanno, sono stata a fare vita mondana (?!?) a Roma e in Puglia, dove ho conosciuto molte persone… Cosa che ha riproposto l’annoso problema delle presentazioni alle persone appena conosciute…Ogni qualvolta faccio conoscenza con qualcuno, da anni a questa parte, ormai dimentica di possedere un VERO nome di battesimo, dico “Piacere, Didona”. Siccome spesso la persona a cui mi presento (al contrario di quanto faccio io, che concentro tutta la mia attenzione su me stessa) ascolta davvero quello che sto dicendo, il “Piacere, Didona” crea sempre un attimo di curiosa incredulità. Sul subito credono di non aver capito bene, poi si chiedono se sia il mio vero nome e, stimando la cosa impossibile o per lo meno improbabile, i meno timidi chiedono: “come mai Didona”?
Vi dirò…Mi son quasi rotta le balle di spiegarlo ogni due per tre.
Fornisco quindi qui la versione ufficiale a cui rimando per qualsiasi dubbio, anche da parte di coloro che mi conoscono da anni e non hanno mai osato chiedere (perché magari peraltro non gliene frega niente): “come mai Didona”?
Dunque:
Io mi onoro di appartenere a quella categoria di persone che un bel giorno smettono di essere chiamate con il legittimo nome di battesimo perché qualcuno gli ha appioppato un soprannome, peraltro azzeccatissimo, che nella fattispecie, com’è noto, è Didona. Il soprannome ormai mi accompagna da tanto tempo: si è progressivamente imposto eliminando persino il ricordo della precedente abbreviazione del nome di battesimo in auge ai tempi delle elementari.
Dopo anni di permanenza in modalità Didona percepisco chiaramente quando il mio interlocutore, magari nel bel mezzo di un discorso più o meno serio, vorrebbe chiamarmi col mio vero nome, ma si rende conto di non ricordarlo o, addirittura, di non averlo mai saputo… Nei vostri occhi ho spesso letto l’incertezza, lo smarrimento, persino lo sgomento…Ma non vi preoccupate, persino io, se qualcuno mi chiama col mio vero nome, capita che ci metto un po’ a rispondere. Anzi se avessi un nome di quelli comunissimi e diffusissimi probabilmente non risponderei neanche.
D’altra parte io il nome Didona me lo sono guadagnato, sul campo, tanti anni fa, grazie al perverso umorismo di una certa persona (d’ora in poi citata come “la Persona”). Di questo approdo al nome Didona però sono felice. E non perché ad altre vittime della Persona è andata peggio (la Persona era solita dare soprannomi gentili e soavi quali “la Uoma” o “la Cozza”…anche se gli va riconosciuto un certo gusto estetico e una propensione all’italianità media quando ha coniato “Champion’s League” per una ragazza particolarmente gnocca) ma ne sono felice perché Didona è diventato presto una cifra distintiva, una definizione per la mia goffaggine, per la mia burloneria, per la mia propensione alla gaffe, in sintesi una parte di me. Molte cose successe in questi anni avrebbero avuto molto meno spessore se non le avessi compiute col “nome d’arte”.
Il nome in sé non è bello, d’accordo, fa venire in mente qualcosa di piccolo e grasso. Però ha il pregio di essere non un’abbreviazione o una sottolineatura di una caratteristica fisica, ma una eclatante manifestazione di ironica inventiva con origini, nientepocodimenochè, nel mito antico.
Il soprannome nasce dalle (ovviamente) assai approssimative conoscenze della Persona in materia di mitologia latina, nonché dal destino che ha voluto che proprio io fossi la vittima preferita delle manie persecutorie di un giovane alquanto strano, conosciuto col sinistro nomignolo di Didone.
Tutto è cominciato proprio con lui, con Didone (che anche lui si chiamava in un altro modo ma siccome aveva questa perversa fissazione per la roba romana la solita Persona cominciò a chiamarlo Didone, come il personaggio del mito romano, che in realtà era una donna, cosa che la Persona chiaramente ignorava…perché se un nome finisce con la E e non è Edvige allora sarà maschile, no?).
Il sig. Didone, al termine di estenuanti inseguimenti o dopo elaborate operazioni di appostamento, mi inchiodava con rara abilità, per poi tormentarmi, perseguitarmi, affliggermi con noiosissimi, contorti e folli discorsi che spaziavano dal ritorno del paganesimo nel XXI secolo alle lingue antiche (devo ancora avere da qualche parte un biglietto con la trascrizione del mio nome in caratteri etruschi). Io ovviamente, buona di cuore e intollerante verso qualsiasi forma di emarginazione del prossimo (laddove prossimo è uguale a “sfigato”) subivo impotente, sperando in questo modo di espiare le colpe commesse in questa e nelle eventuali vite precedenti. I tentativi di fuggire erano, oltre che totalmente fallimentari, assolutamente patetici. Al contrario di quanto qualcuno possa aver creduto, non soffrivo di crisi di narcolessia, fingevo di dormire OVUNQUE (sul pullman, in aula, nell’atrio), per sfuggirgli. E non avevo affatto una buffa nevrosi che mi imponeva di controllare continuamente lo stato delle mie stringhe: cercavo solo (invano) di sfuggirgli. Non avevo inoltre nessuna morbosa curiosità per le scritte sugli altrui zaini, per i messaggi lasciati sui muri o sui banchi: semplicemente cercavo un punto dove guardare mentre pregavo tanto, tanto, tanto intensamente che lui non mi vedesse.
Ma lui mi vedeva SEMPRE e arrivava a passo di carica, facendosi largo tra la folla, senza mancare mai un’occasione. Quella Persona, frattanto, vedeva, registrava, ironizzava e mi ribattezzava. Così, concludendo che sennò la tiro troppo per le lunghe, è nata la Didona, involontaria consorte di Didone.

Epilogo: poi, state tranquilli, l’incubo è finito, mi pare che adesso Didone bazzichi dalle parti di Pavia, dove avrà sicuramente mietuto altre vittime…Eppure colgo qui l’occasione per ringraziarlo, il caro Didone, perché senza di lui la Didona non sarebbe nessuno.
Grazie anche, naturalmente, alla Persona che coniò il nomignolo e a tutti coloro che lo accolsero istantaneamente e lo diffusero – ovviamente a mia insaputa – per le vie del mondo. Quando me ne sono accorta ormai era troppo tardi. Comunque mi avete fatto un gran bel regalo.

E adesso, come dice la pubblicità, alzi la mano chi di voi non ha un soprannome con cui convive felicemente!!
Busca…Lo so che se ti chiamano Marco non ti giri neanche morto.
Cek capisco e comprendo quell’ombra di turbamento sul tuo volto quando qualcuno ti chiama Francesco (Chi è Francesco? Noi non consociamo nessun Francesco)!!
E quante volte, dopo un cuba o due, mi ci vogliono svariati minuti per ricordami che il Sacci si chiama Massimiliano.
E che dire del Patata, vi prego… Ditemi che all’anagrafe è registrato proprio così!

24 giugno 2007

I passatempi dei giovani Scousers

Andare in giro per Liverpool con una macchina fotografica mi permette di scattare molte belle foto che pubblico su flickr o provo a vendere su istockphoto. Ovviamente ci sono una miriade di scatti che rimangono solo sul mio computer poichè non sono nè artistici nè utili. Però sono divertenti.
Ecco una breve raccolta dei passatempi preferiti degli abitanti di Liverpool che sono stati immortalati dalla fedele D70:

1 - Spaccare freesbee al volo prendendoli a pugni.

2 - Sostituire la faccia di un Beatles con quella di Gerrard (con sciarpa) dopo aver perso una finale di coppa dei campioni.
3 - Sfracellarsi cercando di scendere le scale della cattedrale con la BMX

4 - Salire sui cestini dell'immondizia con la bici.


5 - Chiedere al Busca di essere immortalati (di queste ne ho decine, vi mostro la coppia più bella).

6 - Passare attraverso la fontana a spurgo infradiciandosi.

7 - Camminare su cornicioni altissimi senza alcuna precauzione ma indossando il gilet per essere visibili nel traffico.

8 - Spingere cani giù per discese ripide

9 - L'hobby più diffuso: arrampicarsi su monumenti e poi saltare giù, per tutto il giorno, continuamente, fottendosi tutti i legamenti.


10 - Fare salti mortali (all'indietro)

20 giugno 2007

Vuoto il sacco anche io (by Busca)


Approfitto anche per mandare una mia foto dopo la presentazione di oggi dove si può notare, oltre al fatto che sono un uomo distrutto, che mi sono finalmente comprato una cravatta come quella dei Blues Brothers.
Mi hanno detto che confessare i "reati" o "peccati" del passato fa bene. Sperando che anche voi continuiate a scriverli nei commenti mi libero dei miei:
1. Caro don Marino (buonanima), io e altri chierichetti mangiavamo le ostie e alcuni bevevano il vino, ma non quelli consacrati, gli altri.
2. Caro don Marino (buonanima) io ero un bravo bambino ma talvolta venivo traviato dalle cattive compagnie essendo il più giovane. Due personaggi che con nomi di fantasia definirò "mio fritello Luco" e "mio cugine Maorizio" mi hanno reso partecipe di un furto di credo 400 lire nella cappelletta di San Rocco a Pila per comprare un pacchetto di cicche alla pizzeria. Dopo ci siamo pentiti e li abbiamo riportati ma il tizio che abita sopra alla cappelletta ci ha visto solo fregarli e non restituirli. E' per quello che Luco e Maorizio sono stati costretti dai propri genitori a elargire diecimila lire alla chiesa.
3. Caro autista del furgone dei gelati che forniva i bar di Pila negli anni ottanta. Io facevo solo il palo, ma la mancanza di confezioni di mottarelli non era attribuibile ad un errore nella bolla d'accompagnamento. Erano sempre il fritello e il cugine che mi traviavano.
4. Cara prof. Bonenti, in quinta quando chiedevo di andare in bagno e stavo via 20 minuti in realtà andavo in quinta B chimici perchè mi piaceva una (che, tra l'altro, non mi cagava di striscio). Però c'è da dire che la prof di diritto collaborava tacitamente accogliendomi nella classe senza obiezioni.
5. Caro prof Baratto, invece di fare i giri di riscaldamento mi imboscavo dietro ai materassi del salto in alto per sbirciare quelle dello scientifico che venivano nell'altra palestra.
6. Caro prof Bollo (forse buonanima), capisco che fosse un po' avanti con gli anni ma mi ha dato per quasi tutta la seconda superiore LO STESSO COMPITO IN CLASSE da svolgere, per quello prendevo sempre 8. Quando ha incominciato a darci invece l'elenco di problemi da svolgere in cui ne barrava qualcuno perchè non ancora spiegato io barravo tutti quelli che non sapevo fare e prendevo di nuovo 8.
7. Caro Peroni, mi spiace di avere tagliato in due il tuo monumentale insetto-origami dopo che ci avevi messo due ore per farlo. Devi ammettere però che è stata una scena esilarante.
8. Cari lettori del blog che non mi conoscono di persona: nella realtà sono uno sfigato.
9. Ragazzi sono troppo stanco, continuo poi.

07 giugno 2007

Io vuoto il sacco (by Didona)

Fortunatamente adesso che la mia creatività è ai minimi storici, la Didona mi complementa alla grande con questo post.

Esperimento di catarsi per ricominciare una nuova vita ed essere una ragazza migliore.
Così in ordine sparso, come mi vengono…

1. Care suore del collegio di Santa Maria di Loreto di Vercelli…nell’ormai lontano maggio 2000 …Le birre trovate nel soppalchetto erano mie e non della mia innocentissima compagna di stanza Francesca (che era dovuta tornare a casa all’improvviso per un lutto, cosa di cui ho biecamente approfittato…) e soprattutto le chiavi della porticina non le aveva Magalie, la studentessa erasmus ospite del collegio, ma le avevo perse io (le ho ritrovate poche settimane fa…che ve le devo riportare?)

2. Cara mamma e cari parenti tutti che nell’occasione avete perso svariati anni di vita…il piccolo Mirko non si era nascosto di sua iniziativa nel cesto della biancheria... L’idea era stata mia (con la subdola collaborazione della mia prediletta cugina Federica)…Siamo state noi a dirgli di nascondersi lì e di rimanerci, in silenzio assoluto, finchè non gli avessimo detto che poteva uscire. E poi ce ne siamo andate. Approfittarsi di un bambino di cinque anni è una cosa vergognosa, lo so…Tra l’altro, più o meno nella stessa settimana…Il phon non era esploso da solo…Ma preferirei evitare di entrare nei dettagli…

3. Cari mamma e papà, già che ci siamo, le prime chiavi della vecchia Punto blu non si sono perse così nel nulla…Le ho perse io dopo una serata di cui ricordo poco…E tra l’altro mi sembra doveroso dire che con le chiavi è andata persa anche quella giacchetta grigia di cui tu, o mia bellissima mamma, hai a lungo lamentato lo smarrimento…

4. Inoltre…Cari mamma e papà… Va da sé che mi vergogno di aver semidistrutto in un modo così idiota la suddetta Punto blu…Non alla rotonda dell’Iper (i segni dell’incidente erano peraltro totalmente incompatibili con la dinamica da me indicata e con la natura dell’incrocio, questo era chiaro…) ma a Quinto Vercellese, sulla strada per Vercelli dove mi recavo non per farmi segnare un esame ma per incontrare un tipo…E tutto questo nonostante il vostro perentorio divieto di prendere la macchina perché ero tornata alle cinque di mattina. Mi spiace di conseguenza della patetica montatura dei finti biglietti timbrati, ma il pullman inizialmente l’avevo preso davvero, solo che andava a Vallemosso e non a Vercelli e poi quando me ne sono accorta e sono tornata giù a dito...Va be lasciamo perdere…

5. Cara nonna, quelle macchiette bianche che si vedevano sull’alto soffitto del tuo bagno non erano strani funghi o colonie di parassiti come avevo cercato di farti credere…ma semplicemente il risultato del formidabile gioco “le lanciatrici di coltelli” (fatto per fortuna anziché coi coltelli con pezzettini di carta igienica bagnati e appallottolati). Anche in questo caso la mente ero io, l’adorabile cugina Federica era braccio (semi)incolpevole. Mi spiace davvero se l’imbianchino ti ha creduto pazza…

6. Cari zio Ottorino e zia Carmen, se mai qualcuno avesse segnalato un furto al vostro matrimonio…Ecco quel portafoglio vuoto ritrovato nel bagno delle donne (dove noi stesse l’avevamo trovato…Pur essendo di un uomo…) l’abbiamo svuotato io e mia cugina ****** (‘sa mai che siamo ancora penalmente perseguibili). C’erano comunque solo 20.000 lire e poi eravamo davvero giovanissime e decisamente poco sobrie e inoltre le carte di credito non le abbiamo toccate, nel caso questo possa attenuare la nostra posizione davanti alla giustizia…

7. Cara, simpatica, Carmela M, compagna di scuola alle Elementari di Valduggia (VC), mi spiace davvero che tu sia stata male a causa dell’effetto della polverina viola ottenuta dalla frantumazione della mia saponetta, che io e Andrea C. spacciavamo come “droga”. Anche in questo caso la mente (evidentemente malata) ero io e il povero Andrea il braccio incolpevole... Mi spiace di aver in parte considerevole scaricato la colpa su di lui, ma su di me già pendeva un infinito castigo per aver cambiato tutti i benino in buono sul quaderno di italiano…non potevo accollarmi anche quell’altra punizione…

8. Per Chiara, mia compagna di Sci Club e ottima atleta…i tuoi sci oltre la pista, laggiù, nel boschetto, non c’erano finiti da soli…Li avevamo buttati noi (io ed un ragazzo di Quarona di cui non ricordo il nome)…E mi dispiace che per andare a recuperarli tu abbia strappato la tua tuta…E non era vero che masticare la cicca bevendo al cioccolata faceva venire le coliche renali come ti abbiamo fatto credere…

9. Cara Elisa, mia inseparabile amica dei tempi delle Elementari, a parte che quel bellissimo vaso di tua mamma non l’aveva fatto cadere il gatto…L’acqua quasi-bollente che ha lessato il tuo pesciolino rosso non l’aveva messa (quel figo di) tuo fratello...Anche se l’idea dell’acquario tropicale era stata inequivocabilmente sua…E mi spiace che i tuoi abbiano insultato te perché il videoregistratore non funzionava più perché io (proprio io, nient’altri che io) avevo incastrato lo stecco del ghiacciolo nella porta delle cassette…

10. Cara Paola, la maniglia della porta posteriore della tua casa al mare l’abbiamo rotta, pur senza farlo apposta, io e la Federica, sappilo…Dubito che la tua famiglia avesse sporto denuncia per tentato furto con scasso…Comunque…

11. Cara mamma, a far sparire quella famosa bottiglia di Limoncino, non era stato papà né l’abbiamo mai offerta o regalata a chicchessia, l’abbiamo semplicemente svuotata in una sera sola io e la Francesca…E lo stesso dicasi per la bottiglia di Lacrima Christi in quell’orrendo gatto di legno…

12. Caro Darix, non era vero, come hai potuto facilmente accorgerti da solo, che ero brava a tagliare i capelli…L’avevo fatto solo due volte usando la macchinetta…Mi spiace che tu sia dovuto andare in giro per due mesi rapato a zero a causa di quel mio piccolo errore di valutazione a te poco gradito… Ti ringrazio per aver continuato ad essere per me il grande amico che sei…

13. Cari Vecchio e Cek, quel pomeriggio passato alla storia come quello delle “mucche assassine”, be’, volevo farvi uno scherzo quando ho detto che il toro ci stava attaccando, solo che poi, nel panico collettivo da me stessa suscitato, sono scappata anche io, spaventata dalla stessa demenza della mia burla…E abbiamo comunque ampiamente battuto il record dei centro metri piani, mentre perdevamo dignità e la vostra virilità veniva umiliata…

14. Per Vale, avevi ovviamente ragione tu…Il panino con l’insalata russa non c’era davvero sulla sedia… Ce l’aveva messo lì quell’imbecille della sottoscritta prima che tu ti sedessi…Mi era parso uno scherzo divertente, non pensavo che i tuoi pantaloni costassero metà dello stipendio di un metalmeccanico…

15. Cara “118”…É colpa mia se quella mattina il pullman è ripartito senza di te…Non ho detto all’autista di aspettarti come mi avevi chiesto perché non sopportavo l’idea di un intero viaggio a sorbirmi le tu paturnie…In questo caso mi sento però di potermi assumere solo un terzo della colpa, attribuendo i restanti due terzi a quelle due canaglie infami di Demu e Peroni…

16. Cara Fede-Pellagra, amica tra le più straordinarie che una persona possa desiderare…É vero…Avevi visto giusto…Quella sera al lago di Garda l’ho fatto apposta a mollarti a metà serata per bere e fare con le altre tre tutte le cazzate che avrei dovuto fare con te, amica prediletta…É che non te l’ho mai confessato ma ce l’avevo un po’con te per quel tizio biondiccio che studiava filosofia di cui non ricordo più il nome e soprattutto perché mi avevi fatto ‘na capa tanta quando a Marsiglia avevano derubato te e la Dany e non me a causa della mia sfacciata fortuna…Mi spiace davvero…Comunque, come ricorderai, sono stata subito punita cadendo fra il bungalow e la scaletta facendomi malissimo…

17. Cara mamma, quell’11 di Agosto che mi hai dovuto portare al pronto soccorso perché, secondo la versione ufficiale, “avevo preso freddo e non avevo digerito tanto bene”, in realtà era un’intossicazione da alcool, temo…(a proposito…La dolorosissima puntura che mi hanno fatto era una sorta di tua vendetta?...)

18. Care Amanda e Barbara (sigh…)…al rifugio del Monte Barro eravamo senza acqua calda non perché la caldaia fosse rotta ma perché io non avevo capito assolutamente come funzionava quel cavolo di scaldabagno…Per questo abbiamo fatto giorni di doccia ghiacciata con lo zero termico fuori, in quello squallido ex sanatorio immerso nel nulla…

19. Care Amanda, Barbara (sigh…), Alessandro e tutti gli altri campeggiatori…Quella volta (almeno la prima, la seconda volta invece è colpa assolutamente vostra…) che da Roma centro non siamo riusciti a tornare al camping Flaminio e ci è toccato stare in giro tutta la notte perchè la coincidenza col pullman N (notturno) proprio non passava…É che io mi ero sbagliata e invece di chiedere informazioni sugli autobus per Grottarossa, avevo chiesto per Grottaferrata (o viceversa, non mi ricordo più….)…E io comunque ricordo poche nottate così lunghe e divertenti...

20. Cari assistiti e responsabili della casa di riposo per preti accorpata al seminario arcivescovile di Alba (CN)…Sapevo benissimo che dal dormitorio si vedeva nella mia stanza etc etc…E forse ne abbiamo un po’ approfittato (io e le allora inseparabili Fede-Pellagra e Barbara-Lebbra) per giocarci su…Pur tuttavia non credo di esser la reale responsabile della morte di quel prete (come sosteneva qualcuno)…E ad ogni modo ho ragione di credere che sia morto felice…

21. Caro Busca…Quella famosa bicicletta non è caduta per uno spostamento d’aria…L’avevo urtata (seppur impercettibilmente, s’intende…) io…

(Mi scuso con le persone e con le altre macchie incresciose della mia esistenza che ho dimenticato…E mi spiace per quelle persone che ho menzionato come corresponsabili di alcuni misfatti…Ma la catarsi doveva essere completa…E forse, da oggi sarò una persona migliore…)

Già mi sento meglio…Ragazzi fatelo anche voi, anche se non avete un anziano prete sulla coscienza…É fantastico...Vedrai Cek come ti sentirai meglio dopo che ci avrai confessato come hai fatto a rompere la D70 il giorno stesso in cui ti è stata recapitata…

04 giugno 2007

Alcune delle cose che mi piacerebbe fare nella vita

Non aspettatevi cose fuori dalla norma tipo "Suonare il basso ad un concerto dei Pearl Jam", sono tutte cose che credo di poter davvero fare prima o poi, non necessariamente in quest'ordine.

- Avere un figlio.
- Scrivere e pubblicare un libro. Oppure la sceneggiatura di un film. Oppure il progetto di un nuovo videogioco.
- Ristrutturare una vecchia casa.
- Leggere "Il signore degli anelli".
- Visitare l'Islanda o la Norvegia o la Svezia.
- Aprire un'attività tutta mia, magari con un buon amico.
- Inventare una cosa nuova, non necessariamente un prodotto vendibile.

Alcuni degli obiettivi che ho già raggiunto sono invece:

- Prendere un diploma.
- Prendere una laurea.
- Baciare una ragazza.
- Farmi citare nella posta di Rat-Man.
- Suonare in una band.
- Vivere per un certo periodo all'estero.
- Vendere una foto.
- Vedere una partita del campionato inglese in un pub inglese.

I sogni che invece non realizzerò mai sono:

- Portare Pavel Nedved a fare una partitella al campetto di Scopello dicendo "viene anche un mio amico di Torino".
- Andare ad un concerto dei Queen.
- Finire Zelda II - Adventure of Link.

03 giugno 2007

Tommy

Come ogni uomo sano odio i musicals. Ma Tommy visto sulla BBC 2 in Inghilterra è qualcosa di straordinario...


01 giugno 2007

Breve guida per un italiano che vuole trasferirsi in Inghilterra (a Liverpool)

Prima di partire per Liverpool avevo cercato un po' di informazioni in internet riguardo al costo della vita, documenti, abitudini e altro che ritenevo potessero essere utili per prepararmi a questa avventura, ma non avevo trovato molto.
Così ho pensato di rendermi utile ad altri connazionali volenterosi di intraprendere la mia medesima strada fornendo un breve elenco di alcune cose che ho scoperto vivendo qui qualche mese. Ovviamente queste informazioni si riferiscono specificatamente alla città di Liverpool ma alcune vanno bene per l'Inghilterra in generale. Se le trovate utili e volete sdebitarvi, venite a casa mia a cucinarmi una cena italiana come si deve.
Per adesso ne metto poche, ma man mano che mi vengono in mente aggiornerò questo post.
LA GUIDA E' PURAMENTE INFORMATIVA, NESSUNA INFORMAZIONE E' GARANTITA AL 100% E IO NON SONO AGGIORNATO SU TUTTI I CAMBI DI REGOLAMENTO DI AEROPORTI, SANITA', ETC. PRIMA DI PARTIRE INFORMATEVI CON GLI ORGANI DI COMPETENZA!
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ULTIMO AGGIORNAMENTO: 2 Giugno 2007
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1 - INFORMAZIONI DRAMMATICAMENTE BANALI CHE ALCUNI NON SANNO
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- La valuta è la sterlina inglese e non l'euro. In inglese si chiama Pound Sterling, ma nei negozi tutti la chiamano solo Pound. I centesimi di sterlina si chiamano pences (al singolare "penny") e nei prezzi vengono indicati con la sola lettera "p", mentre la sterlina è "£". Una sterlina vale circa un euro e mezzo (NON PIU'! E' DRAMMATICAMENTE CALATA E VALE CIRCA UN EURO NEL DICEMBRE 2008) e sebbene oscilli leggermente intorno a questo valore il cambio è abbastanza costante negli ultimi anni.
- Gli Scozzesi, i Gallesi e soprattutto i Nord Irlandesi NON SONO INGLESI. Hanno origini e tradizioni diverse, hanno le loro nazionali di calcio e semplicemente appartengono al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
- La religione predominante è quella dei cattolici anglicani, ma a Liverpool c'è anche una enorme cattedrale cattolica (in effetti Liverpool è la città più cattolica di tutta l'Inghilterra, in quanto vi è stata una grande immigrazione da parte degli irlandesi).
- Il Regno Unito fa parte dell'unione europea sebbene goda di alcune clausole (ad esempio quella che le permette di avere ancora la sterlina) tipiche del loro tradizionalismo.
- Le unità di misura utilizzate sono sia quelle del sistema internazionale (metro, chilo, etc) che quelle tipicamente anglosassoni (miglia, pinta, gallone, etc) a seconda del prodotto. Nelle università si usa il S.I., ma ad esempio nel mio frigorifero ci sono due pinte di latte e un litro di succo d'arancia. Il criterio non l'ho ancora capito...
- Si guida a sinistra con il volante sulla destra della macchina. La prima settimana è un casino, sembra tutto contromano e quando attraversi la strada a piedi guardi sempre dalla parte sbagliata. Poi passa e non ci fai più caso.
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2 - VIAGGIARE DALL'ITALIA.
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- Per raggiungere Liverpool il metodo più economico è sicuramente la linea Ryanair. Da Bergamo, Pisa, Roma, Ancona e Treviso ci sono voli giornalieri molto economici. Un biglietto di andata varia mediamente da 0,99 a 39,99 euro (più tasse aeroportuali, più eventuali bagagli) a meno che non scegliate una data significativa di un evento sportivo, un giorno di vacanza etc. In ogni caso si riesce quasi sempre a stare sotto i cento euro per andata e ritorno a volte anche sotto i 50.
Si arriva al John Lennon Airport dove c'è un bus diretto che vi porta in centro. Sfortunatamente la ryanayr ha messo degli orari che vi fanno arrivare qui verso le 23 e se siete lenti coi bagagli potreste perdere l'ultimo bus delle 24 circa. In quel caso dovrete spendere una decina di sterline col taxi, ma la prima volta almeno sarete sicuri di arrivare nel posto giusto. Avventurarsi a caso a Liverpool di notte non è una bellissima idea.
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3 - DOCUMENTI
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- Si dice tanto che la burocrazia italiana è complicata e che all'estero tutto fila liscio, ma è una cazzata. Parlando più in generale, certe cose funzionano meglio, altre peggio.
Ma partiamo dall'inizio. Se sei cittadino dell'unione europea, all'areoporto in Italia ti serve solo una carta d'identità nazionale e il biglietto. Lo stesso vale per quando arrivi in Inghilterra.
- Potete prelevare le sterline con QUASI tutti i bancomat italiani già in aeroporto, ovviamente pagherete una commissione di qualche euro. Questo va bene se siete in vacanza, se volete vivere e lavorare qui una delle prime cose che vi serve è un conto corrente bancario.
Allora. Qui per ogni dannatissima cosa vi chiedono una prova del vostro indirizzo, il che può essere un problema se siete arrivati qui tipo-emigranti a cercare casa etc. Io la casa ce l'avevo (ero venuto un po' di tempo prima a cercare) però non avevo una prova (un bolletta dell'elettricità o del telefono). Fortunatamente avevo l'altra cosa che serviva, cioè la lettera di offerta di lavoro dell'Università. La stessa Università mi ha fatto una lettera che confermava che lavoravo per loro e che confermava anche l'indirizzo. Sembra semplice, ma l'università ha voluto vedere il contratto di affitto mentre quando cercavo casa l'agenzia che me l'ha affittata ha voluto vedere una lettera dell'università.
E' un enorme cerchio che si chiude. Se non hai un lavoro difficilmente ti affittano una casa, se non hai una casa non ti aprono un conto in banca, se non hai un conto in banca dicono che non possono pagarti. Alla fine sono riuscito ad avere tutti e tre. Per l'iscrizione al dottorato rimando al sito dell'università (leggasi "calvario").
- Per l'iscrizione dal dottore, tutto liscio come l'olio. Si va sul sito del National Health Service e si trova il dottore più vicino a casa. Poi si va lì con la tua bella bolletta del gas e si chiede di iscriversi. Si compila un semplice modulo e se vai al mattino, al pomeriggio sei già iscritto e puoi prenotare una visita. Le visite puoi prenotarle su internet, per telefono o andando lì direttamente. Quando vai ad una visita, entri nella sala d'attesa e c'è un computer. Toccacci lo schermo e ti chiede quando sei nato. Tu glielo dici e lui ti risponde "Sei Marco Prandina e hai un appuntamento con il Dr. Sharma alle ore 14:30, conferma il tuo arrivo". E alle 14:30 in punto vieni chiamato e ti fanno entrare. Io ci sono andato per farmi fare la ricetta (si chiama PRESCRIPTION, non RECIPE) degli antistaminici per l'allergia e mi è sembrato molto pulito e il dottor Sharma (probabilmente indiano) molto gentile e umano. Il problema è che tu ti iscrivi all'ambulatorio, non al dottore. Quindi può darsi che ogni volta che vai lì ne trovi uno diverso.
- Se dovete lavorare, purtroppo dovrete anche pagare le tasse e quindi dovrete avere il NATIONAL INSURANCE NUMBER. Credo che sia l'equivalente del codice fiscale, comunque è quello che serve al datore di lavoro. Questa cosa si fa una volta nella vita e bisogna telefonare ad un numero (che il vostro datore di lavoro dovrebbe fornirvi) per prendere un appuntamento in un jobcentre. Si va lì con un bel po' di documenti che ora non ricordo, comunque vogliono una prova di indirizzo, di lavoro e un po' di altre cose. Si fa una breve intervista (del tipo quand'è l'ultima volta che sei venuto in Inghilterra, quanto intendi fermarti, quanto dura il tuo contratto, etc), si riempiono un po' di moduli e dopo qualche settimana ti arriva a casa la tua bella scheda rossoblu col tuo codice.
- Un'altra cosa da fare prima o poi (io non l'ho ancora fatta) è andare al consolato (quello italiano a Liverpool è a Birkenhead, dall'altra parte del fiume) per iscriversi all'anagrafe consolare. Questo è utile perchè la Farnesina sa dove sei e se vuoi puoi votare come residente all'estero. Siccome non l'ho ancora fatto vi rimando al sito.
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4 - ALTRI ASPETTI DI VITA VISSUTA
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- Gli inglesi di Liverpool non sono i tizi con la bombetta e l'ombrello di Londra. Qui sono in gran parte sovrappeso, un po' stempiati e bevono molto. Ma molto molto. Birra soprattutto. Ma davvero tanta. In Valsesia ne abbiamo di campioni, ma qui è peggio. La cosa più disgustosa è che il venerdì ed il sabato sera bevono, poi urlano e vomitano e sporcano in giro. Quindi il sabato e la domenica mattina, alcune parti della città fanno veramente schifo. Poi ricomincia la settimana e ritornano normali. Per fortuna ci sono delle zone dove se ti beccano con una bottiglia di birra in giro per strada ti ficcano una multa di 200 sterline. Occhio ai cartelli.
- Anche le donne sono così. L'unica differenza è che si vestono male. Ci terrei a precisare che non tutti sono così, non vorrei sembrare razzista, ma la prima impressione generale è questa.
- Gli Scousers (soprannome degli abitanti di Liverpool) sono insensibili al freddo. Ho visto ragazze con scollature generosissime e gonne che definirei "cingipatata" senza calze a gennaio mentre nevicava! La t-shirt è il massimo indumento per il vero abitante di Liverpool.
- Al volante sono veramente dei signori. Se ti avvicini ad un attraversamento pedonale (di quelli senza semaforo) cominciano a rallentare da lontanissimo per farti passare. Se un incapace ci mette 20 minuti per fare un parcheggio ad S in una strada dove passa una macchina sola quelli dietro aspettano, senza fiatare.
- In generale la gente è socievole e tende a rivolgerti la parola in strada, al supermercato, etc. In particolare l'accento di Liverpool ha alcune espressioni tipiche. Solitamente se sei un uomo vieni chiamato "mate" (significa "compagno", anche nel senso di relazione amorosa) e se sei una donna "love" (amore). Invece di "Thanks" (grazie) dicono "Tha" ma la più incomprensibile è quando la cassiera invece di dirti "Bye" (ciao) ti dice "Tara".
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Adesso vado a dormire che è tardi, comunque metto un link a questo post sulla sinistra e man mano lo aggiornerò. Devo ancora parlarvi del cibo che riuscite a trovare qui e del costo della vita, due aspetti fondamentali. Se avete bisogno di risposte specifiche, mandatemi una e-mail.