11 maggio 2006

Sui libri di fantascienza


In molti pensano che la letteratura di fantascienza tratti perlopiù di viaggi stellari, di grandi mostri verdi con molti occhi e di uomini vestiti con tute d'argento; roba da nerds e da ingegneri, insomma.
In effetti l'immensa mole di films di quel tipo ha un po' offuscato il concetto vero e proprio di fantascienza o lo ha quantomeno distorto. Theodore Sturgeon, uno dei più grandi poeti di questo genere letterario, aveva semplicemente quanto esaustivamente risposto alla domanda "Cos'è per lei la fantascienza?" dicendo che secondo lui i racconti fantastici sono un modo come un altro per parlare della gente.
Ci tenevo a dirvi che era una sua citazione perchè oggi tutti abusano di questa affermazione facendola diventare un luogo comune banale e scontato. In effetti però è proprio così. Quando l'autore scrive di un qualche pianeta con una qualche razza particolare sotto un certo tipo di regime con leggi assurde, probabilmente sta parlando di noi e se state attenti al senso del libro più che ai tentacoli rosa dell'alieno di turno vi apparirà quasi ovvio. Mi sono sorpreso come rileggendo libri che avevo letto da adolescente assumessero tutto un altro significato da adulto.
Ad esempio c'è un libro stupendo, Fanteria dello Spazio di Robert A. Heinlein (che è stato indecentemente proposto nella versione cinematografica in Starship Troopers, un ammasso di effetti speciali senza senso con una storia d'amore al college), che ogni volta che lo leggo mi sembra sempre più attuale (è del 1959).
Mi spiego meglio: io sono un tipo ultrapacifista quasi disertore, fiero di essere stato riformato per insufficienza toracica e generalmente contro le divise e le istituzioni militari. Ebbene, appena finito di leggerlo partirei per l'Iraq volontario. Poi mi siedo un attimo, mi passa e vado a giocare a Dragon Quest fino alle tre di notte e torno normale. Fanteria dello Spazio parla di guerre galattiche su pianeti lontani, ma il senso della storia del protagonista è la stessa di qualsiasi altro soldato dalla preistoria ad oggi. Ed è raccontato in un modo così drammatico, realistico ed esaltante che ti fa sembrare davvero che la guerra che combattono è giusta e che qualche sacrificio è necessario. SEMBRARE.
Poi, se preferite divertirvi, potrete sempre leggervi la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams o il mitico Venere sulla Conchiglia di P.J. Farmer, che altro non sono (o forse no) che viaggi interstellari strapieni (veramente) di umorismo demenziale e fantasia di classe.
L'ultimo genere fantascientifico di questo post è un classico ed è quello che preferisco. E' il genere "tonto che diventa superintelligente" oppure "ritardato che non è quello che sembra". Sono fantastici: ti fanno vedere com'è la società umana dal punto di vista di qualcuno o qualcosa che ci entra man mano (ed a volte la supera) e te la fanno apprezzare e schifare almeno un paio di volte prima di capire che è proprio così. Di questo genere è sicuramente Fiori per Algernon di Daniel Keyes di cui ho già parlato qualche post fa ma anche Qualche Goccia del tuo Sangue di Theodore Sturgeon (questo è un po' più "Horror" che "Science-fiction").
Io i titoli ve li ho dati, a voi la scelta se provarci o no...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

e indovina chi ha il tuo venere sulla conchiglia? giuro che lo leggo. mi laureo e poi lo leggo. poi fondiamo un gruppo di musica electro-pop io, te e il pedè e diventiamo famosi in tutta la galassia. dai tempo al tempo.

ilbusca ha detto...

Ehi, ma tu sei il mitico Ben Gibbard, già cantante dei Death Cab for Cutie, nonchè dei Postal Service e degli All Time Quaterback?

Anonimo ha detto...

si, ti ammiro da tempo. vado in giro in italia travestito da ru, ma sono io, il profeta. pace, bene e indierock.